Nel giorno 3 di agosto di quest'anno 1915 io volli vedere e provare se l'idrogeno seleniato, come era facilmente prevedibile, fosse fissato bene dalla calce sodata. Preparai un poco di questo gas con seleniuro di ferro e acido cloridrico; durante questa preparazione sentii come un odore di acido solfidrico, ma per accertarmi meglio fiutai qualche bollicina di gas quasi schietto. Al primo momento pareva acido solfidrico, ma dopo pochi istanti sentii nella narice destra, colla quale avevo fiutato, un dolore, un bruciore acutissimo, orribile, come di minuti spilli che si infiggessero nella mucosa, bruciore che eccitava la lacrimazione; la saliva diventava filante e dopo qualche tempo provai dolore forte al lobo frontale destro; il senso dell'odorato diminuì assai, al punto che il cotone imbevuto di ammoniaca non mi dava noia; dopo cinque ore cominciò a prodursi una noiosa coriza, acquosa, che mi impedì il sonno per una notte intera e che mi durò più di quattro giorni. Non prevedevo tutta questa serie di sintomi poco gradevoli. Ero in quei giorni appunto occupato intorno ai lavori di Berzelius, e lessi attentamente quanto egli diceva dell'azione di questo gas potentemente venefico, e vi trovai ampie notizie che non ritrovai più in altri libri. Ecco quanto egli scrive nel suo Traité, ed. franc., 1845, t. I, pag. 201:
Le gas acide sélénhydrique est incolore; et s'il est mèlé de beaucoup d'air atmosphérique, il présente une odeur tellement semblable à celle du sulfide hydrique, qu'il est difficile de l'en distinguer: mais lorsqu'on respire ce gaz dans un état plus concentré, on rémarque une différence dans l'odeur; ce n'est plus alors, à vrai dire, une odeur; c'est la sensation d'une douleur brùlante qu'on éprouve dans le nez, qu'on dirait irrité par un pinceau de pointes d'aiguilles fines.
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Berzelius Traité
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