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      E lo stesso Liebig, che non aveva molte simpatie pei chimici francesi, nelle prime righe della Prefazione del suo celebre libro: Chimie organique appliquée à la physiologie et à la pathologie, nel 1842, scriveva:
      Egli è applicando alla chimica i metodi di investigazione impiegati dai fisici già da secoli, egli è introducendovi l'uso dei pesi e delle misure che Lavoisier pose le fondamenta di una nuova scienza, portata di poi da uomini eminenti ad un alto grado di perfezione in un intervallo di tempo assai breve
      .
      A proposito della composizione dell'acqua, Berzelius ne dà il merito a Lavoisier e lo scagiona dall'accusa di plagio. Nel Rapp. Ann., 1841, pag. 28, ha inserito un bel brano di storia critica della chimica, e dopo riconosciuti i meriti di Cavendish, scrive: "Ma per consolidare a Cavendish l'onore della scoperta, si è voluto abbassare il merito di Lavoisier, si è voluto fare di quest'ultimo un plagiario..... Watt e Cavendish consideravano l'ossigeno, l'idrogeno e l'acqua, come degli stati diversi di un solo e medesimo corpo ponderabile; Lavoisier invece provò che l'acqua è un composto di due corpi ponderabili particolari, ed è precisamente in questo che consiste la scoperta".
      L'importanza scientifica di un uomo non si deve tanto commisurare dalle scoperte che ha fatto, quanto e più dall'influenza che ha avuto sul progredire della scienza. E Lavoisier, quale mente generalizzatrice ed innovatrice, somigliante anche in ciò a Berzelius, è superiore a tutti i chimici del secolo XVIII.


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Jons Jacob Berzelius e la sua opera scientifica
di Icilio Guareschi
Utet Torino
1915 pagine 398

   





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