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      Un bando feroce dell'austriaco generale Gorzkowscki lo poneva fuori della legge come un predone, e comminava la fucilazione a chi gli dasse soccorso. Pochi per difendersi, troppi per potersi nascondere, non era dunque possibile che quei gloriosi avanzi di Roma repubblicana si tenessero uniti su quella spiaggia scoperta, e si sparpagliarono a caso per diverse vie.
      Garibaldi restò solo colla sua Anita e col capitano Leggero. Ma in quale condizione era ridotta la misera donna! Incinta da sei mesi non aveva mai voluto lasciare il marito suo nella ritirata disastrosa, ed ora febbricitante, lacera, sprovvista di tutto, era perfino incapace di reggersi in piedi. La prese Garibaldi sulle sue braccia, e si diresse col compagno verso una capanna deserta, ove giunto, gli comparve, soccorso insperato, Giovacchino Bonnet di Comacchio. Ebbe per mezzo di lui il Generale ricovero più sicuro, e un letto per la povera inferma, prima presso un amico, poi nella fattoria Guiccioli detta Le Mandriole; ma erano ivi appena arrivati che l'infelice Anita spirava. Ed ora un altro supremo dolore; anche il conforto di dare alla salma della cara compagna sepoltura onorata era vietato allo Eroe. Gli Austriaci comparivano in vista della casa quando Anita cessava di vivere, onde non potè il Generale che deporre un bacio su quella gelida fronte, raccomandare colle lacrime agli occhi alla famiglia del fattore Bavaglia che si dasse a quel caro corpo una sepoltura onorata, e, incalzato dal pericolo, volgere le spalle alle Mandriole.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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