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      L'altro, bruno di carnagione e di capelli, adusto della persona, zoppicante da un piede, seguiva il compagno coll'obbedienza del soldato verso il suo capo, coll'amore previdente del figlio verso il suo genitore. Camminavano spediti, per quanto il bruno non potesse fare a meno di mostrarsi qualche volta sofferente del suo piede, e, mentre passavano al di sotto del poggio a cui sovrastano i grandiosi avanzi dell'antica rocca di Cerbaia, il viaggiatore biondo non potè fare a meno di soffermarsi a rimirare le grandezze dei tempi che furono. I suoi belli occhi celesti si saranno velati ancora più di mestizia, e forse l'istoria intera dell'umanità passò come un lampo per la mente di lui - la forza che si impone al diritto - si asside sovrana - e cacciata a sua volta da forza maggiore, lascia a vestigia di sè le proprie rovine.
      Procederono oltre fino al Molino di Cerbaia, cui girarono attorno per andare a trovare l'ingresso situato dalla parte opposta a quella per la quale erano discesi. Il mugnaio Luigi Biagioli, conosciuto col soprannome di Pispola, che veramente era servizievole, ricevè i due viandanti con ogni maniera di cortesia, come era nel suo costume di fare. Chiesero i nuovi venuti ristoro di riposo e di cibo, o il modo di procedere oltre per la via più breve fino a Pistoia, e su favorevole risposta del mugnaio licenziarono la guida, remunerandola del servizio prestato. Intanto Pispola fece porre a mensa i due viaggiatori, e si disponeva ad insellare due cavalli, coi quali avrebbe fatto guidare gli ospiti a Pistoia da alcuno dei suoi figli.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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