Per la via d'Empoli e per la valle dell'Elsa giunsero i due viaggiatori senza incontro sinistro presso Poggibonsi alle ore 8 di mattina, e si fermarono fuori dell'abitato alla casetta detta Bonfante, distante dal paese forse duecento metri. Non era cosa nuova che ivi facesse sosta qualche vettura a riposare i cavalli, e ancora qualcuno vi se ne ferma oggi, quantunque non siavi locanda. - E fu buona l'idea, perocchè oltre a non mettersi in evidenza della sbirraglia reazionaria, sfuggivano i profughi la vista dei soliti Austriaci che erano di passaggio da Poggibonsi. - Un bambino, figlio della Giuseppa Bonfanti(5) vide fermarsi il legno davanti alla sua abitazione, e scenderne i due, uno dei quali, biondo e più attempato, gli domandò con modo cortese se era permesso il riposarsi un poco nella casa. Riferì il bambino la domanda alla madre, e questa che era oltre ogni dire ospitale, scese ad incontrare i due viaggiatori, garbatamente li accolse, e li fece salire nella cucina, mentre il vetturino, ricoverato il cavallo nella stalla della Bonfanti, veniva mandato al paese onde consegnare al dottore Burresi la lettera del Sequi, con preghiera di provvedere un mezzo di trasporto per la prosecuzione del viaggio fino al Bagno al Morbo. Chiese di poi il Generale se si poteva avere una qualche cosa da ristorarsi, e la buona donna assentiva premurosa, e voleva andare a far provvista in paese, ma non volle esso dicendo che se nella casa vi fossero uova, sarebbero state cibo bastante per loro.
| |
Empoli Elsa Poggibonsi Bonfante Austriaci Poggibonsi Giuseppa Bonfanti Bonfanti Burresi Sequi Bagno Morbo Generale
|