Per il ricambio del cavallo si fermarono nella via principale di Colle ad una locanda ove il vetturino sapeva di trovare il fratello(7). Era la strada per la straordinaria occorrenza di festa ingombra di popolo, e vi si aggiravano spessi i gendarmi del Governo granducale. Durante il cambio dei cavalli scesero i due viaggiatori dalla vettura, e col modo di persone che non hanno nulla da temere, stavano in mezzo a tanta gente paesana, e sbirraglia lorenese, quasi fosse per essi la cosa più naturale. Ripartirono subito da Colle, e passando per il Castelletto di San Gemignano, pervennero circa alle 3 pomeridiane al di sotto di Volterra senza entrare in città, al luogo detto i Monumenti. La strada fino allora percorsa è malagevole e montuosa, e il Generale scendeva spesso a terra con agilità mirabile nei luoghi più faticosi, e si dava a cogliere sulle siepi more selvatiche, che mangiava con avidità. Ai Monumenti havvi un quadrivio che pose in imbarazzo il vetturino sulla via da seguire, come quegli che non era pratico dei luoghi. Vi fa capo la via Colligiana per la quale erano venuti i viaggiatori, e vi se ne staccano altre tre, di cui due per parti diverse conducono alla città, e una terza procede alla china, e dopo poco tratto biforcandosi, per una parte volge alla Val d'Era, e per l'altra alle Saline. Era quest'ultima la via da prendersi, ma il vetturino aveva bisogno d'indicazione, e si fermò per aspettare qualche viandante cui dirigere la domanda. Intanto Garibaldi scese dalla vettura, e si assise cogitabondo all'ombra di un roveto che allora esisteva in un lembo di terreno abbandonato fra la via che conduce alla città, e la Via di Val d'Era e delle Saline.
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