- E il Martini:
Chi sono dunque?" - "Uno dei due, quello dalla barba bionda, è Garibaldi." - "Ma voi siete matto, replicò col suo sangue freddo il Martini, quei due sono mercanti di bestiame che vanno a fare acquisti di cavalli a Bruciano, e sono stati portati qui per errore." - "E io, gli dico che sono due profughi, e uno di essi è Garibaldi; lo conosco bene, stia sicuro, l'ho servito a tavola a Nizza." - Bisognò cessare dall'inutile negativa, e dire al cameriere che non si era ingannato, i due esser lì di passaggio per pochi momenti, ma guai a lui se avesse parlato, e il cameriere promise e mantenne.
Tutto questo avveniva in breve lasso di tempo. Ma la posizione dei profughi era precaria, e occorreva pensare a far qualcosa pel loro salvamento. Trovavasi per caso al Bagno un tale che godeva fama onesta, ed era creduto dal Martini assai liberale. A lui si rivolse il buon ministro confidandogli il nome degli ospiti illustri, e richiedendolo di consiglio. Era il creduto liberale onesto sì, ma pusillanime, e trasecolando nel sentire che in quella stessa casa si trovava Garibaldi, consigliò per il suo meglio il Martini a sbarazzarsi, e subito, di persone così pericolose, e questi a riparare la mal fatta confidenza, sempre d'animo pronto ai ripieghi gli replicava: "Già, già.... avevo io pure pensato così, e metterò subito in pratica il suo consiglio col farli accompagnare a Bruciano, appena si saranno riposati." E chiamato il vetturino di casa, in presenza del timoroso signore gli ordinò di tenersi pronto per condurre a Bruciano i due viaggiatori; in segreto poi gli ingiungeva di partire al tocco dopo la mezzanotte, fermarsi al Campo Murato, località prossima a Bruciano, fino a giorno avanzato, tornare al Bagno facendo in modo di essere veduto, e dire a tutti di avere accompagnati i due mercanti di bestiame arrivati al Bagno nella sera antecedente.
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