- E la crociera fu posta infatti, ma troppo tardi. - Garibaldi era già in salvo da tre giorni quando la costa fu sorvegliata. - Egli non s'ingannava neppure nel supposto di lasciare dietro a sè sentore del passaggio; trovò ovunque amici fidi che si posero ad ogni rischio per lui, ma erano troppi per conservare tutti il segreto, ed è certo che in ogni luogo pel quale passò Garibaldi, se ne propagò la notizia poco dopo la partenza. - Il suo nome era troppo grande e popolare perchè potesse restare segreto.
Brevi furono gli accordi, e Serafini propose come temporario asilo la sua casa di San Dalmazio intanto che si fosse potuto provvedere allo scampo per la via di Maremma, e accennava alla presenza del Guelfi tutto disposto a prestare l'opera sua. In poche parole fu concertato che sull'imbrunire sarebbe tornato il Serafini per trasportare i due profughi a San Dalmazio.
Restarono il Garibaldi ed il Leggero per alcune altre ore nella loro camera appartata del Morbo. Quali fossero in questo tempo le cure da cui erano circondati per parte del Martini, è inutile il dire; basti solo riflettere quanti ostacoli avrà dovuto superare il buon uomo per poter ritenere nascostamente nella casa due individui, e provvedere ai loro bisogni di vitto, in mezzo a tante persone alcune delle quali già al corrente del segreto arrivo del Generale. Ma tanta fu la prudenza e l'assennatezza sua, congiunta a quel mirabile sangue freddo di cui lo abbiamo già veduto capace, che tutto seppe eludere, e si arrivò alla sera senza che nessuno della casa pensasse di coabitare coll'Esule temuto.
| |
Garibaldi Serafini San Dalmazio Maremma Guelfi Serafini San Dalmazio Garibaldi Leggero Morbo Martini Generale Esule
|