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      Ma poco dopo seguiva nel giornale un'infame calunnia:
      Il famigerato bandito Garibaldi ha ucciso colle sue mani la propria moglie, perchè gli era d'inciampo nella fuga." Allora le guancie dell'Eroe furono solcate dalle lacrime, e disse fiere parole all'indirizzo dei suoi vili detrattori. - Intanto i modi franchi, e i liberi sensi del Guelfi si erano fatta sempre più strada nell'animo del Generale. Quando venne l'ora della partenza del suo nuovo amico, il Garibaldi, cedendo ancora ad un moto subitaneo proprio della sua natura ferrea insieme ed entusiasta, tornò a gettarglisi al collo, e gli disse: "Voglio venire con voi." Ma il Guelfi, più conoscitore delle cose locali di quello che lo fosse l'esule proscritto, gli rispondeva: "No, Generale, non si provvederebbe in tal modo alla vostra salvezza. I miei passi sono spiati; Voi insieme a me sareste riconosciuto, e si cadrebbe ambedue nelle mani de' nostri nemici. La sicurezza vostra mi costringerà ad altra cosa anche più dolorosa, quella di rinunziare all'onore di ricevervi io stesso nella mia casa, se, come spero, tutto potrà andare a seconda de' desideri nostri. Io starò sempre in questi giorni in un luogo diverso dal vostro, e mi porrò in evidenza; così vogliono le triste esigenze dei tempi, e la salute vostra che è salute futura della patria." Si arrese il Generale alle prudenti ragioni del bravo maremmano, che poco dopo partì per Massa Marittima, prendendo a pretesto di esservi richiamato da urgenti affari privati. Quanto poi saggiamente operasse Angiolo Guelfi nel così fare, lo diremo a suo tempo.


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Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





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