Ricordo di gratitudine. G. Garibaldi." Ma di ciò basti e riprendiamo il filo della storia interrotto(16).
Cammillo Serafini poneva mano ai preparativi per la partenza, e ordinava subito che fossero sellati tre dei suoi cavalli, e per un lungo giro al di sopra del paese fossero impostati a meno di mezzo chilometro da San Dalmazio, in luogo detto "La Croce della Pieve" sull'incontro delle due vie a sterro che conducevano da Rocca Silana a Castelnuovo, e da San Dalmazio a Montecastelli. Disse ai suoi uomini che aspettava alcuni amici cacciatori provenienti dalla parte di Rocca Silana, che prendessero detta via coi cavalli bardati, e se non li incontrassero, andassero a legare i cavalli al luogo indicato, e venissero ad avvertirlo. I suoi uomini, assuefatti ad obbedire spesso a simili ordini, essendo il padrone tanto ospitale e cortese, adempiuto a quanto era stato loro comandato, poichè non incontrarono per via i pretesi cacciatori, tornarono a San Dalmazio ad annunziare al Serafini che i tre cavalli erano stati impostati alla Croce della Pieve. Tuttociò aveva fatto il Serafini per simulare un arrivo, e sviare così le menti dalla partenza imminente dei profughi. Ai suoi subalterni poi mostrò sorpresa che non avessero incontrato alcuno, e disse che i cacciatori da lui aspettati forse avevano sbagliata strada, e voleva da sè stesso andare ad incontrarli; si occupassero essi intanto di alcune faccende in casa. Ciò fatto corse dagli ospiti suoi, e dette il segnale della partenza. - E qui giova notare a vero onore del Serafini, come sia cosa più facile ad immaginarsi che ad eseguirsi il tenere nascoste due persone a chicchessia per quattro giorni e quattro notti in un paesello di campagna.
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