Lapini e Serri si posero più tranquilli ad aspettare, dal momento che videro dalla direzione presa dai gendarmi come il Governo non avesse alcun sospetto sulla venuta dei profughi, e infatti poco dopo sentirono un lontano romore di ruote, che sempre più si avvicinava, ed essendo quasi certi che era il baroccino desiderato, si misero in evidenza sulla via. - Si fermò il legno a non breve distanza, e si udì la voce chiara e tranquilla del Martini, che gridò: "Venezia," e fu risposto "Venezia," e gli uni e gli altri si corsero incontro, mentre il bravo Martini diceva al Generale: "Siamo nelle braccia agli amici" e scesi tutti a terra, e scambiati i saluti coi patriotti di Massa, il piccolo drappello si diresse a piedi fin presso le Malenotti, ove il Martini accomiatandosi con un saluto dai massetani, e con auguri ed abbracciamenti dai cari esuli, riprese col suo legno la via del Morbo. - Garibaldi dimostrò a Girolamo la sua gratitudine colle stesse parole pronunziate a Prato ad Antonio Martini: "A rivederci a tempi migliori." - E Girolamo Martini rivide due volte il Generale, ma non sappiamo se in tempi migliori; lo rivide a Pisa nel 1862, e a Salò nel 1866 - a Pisa ferito al piede dalla palla d'Aspromonte - a Salò ferito al cuore per aver dovuto abbandonare il frutto delle sue vittorie conquistato a prezzo di tanto sangue generoso. - Alla ferita d'Aspromonte aveva risposto gridando: "Non fate fuoco." All'ordine di ritirarsi dal Trentino, aveva risposto: "Obbedisco." Oh, doppio martirio dell'anima grande!
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