Pagina (77/102)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Quanto poi alla nobile offerta del Serafini, noi crediamo sia la più bella lode il narrarla, aggiungendo come esso non ne abbia mai fatta parola ad alcuno nè prima nè poi.
      Continuarono la via in sembianza di cacciatori sull'argine sinistro dell'Allacciante, fino all'imbocco in questo del fosso minore detto Fontino. Quivi è un ponte di legno per uso dei guardiani, gettato sulla foce del fosso stesso. Passarono il ponte, e invece di continuare a discendere verso il padule, presero l'argine sinistro del Fontino risalendolo, e così si trovarono sulla "Via Dogana," largo stradone a sterro che da Scarlino conduce al Puntone. Fatti pochi passi sulla Via Dogana, le grosse campane di Scarlino cominciarono a suonare per una qualche funzione religiosa. Il paese era vicino, lì sul prossimo poggio, il vento favorevole, il suono bello e maestoso, e tutto ciò, e la giacitura del paese, veduto da quella parte, così fabbricato per lungo sul crinale del poggio, faceva credere Scarlino molto più grande di quello che fosse.
      Si fermò sorpreso il Garibaldi, e domandò: "Che paese è quello? - È Scarlino, il paese nostro e del Capitano," gli rispondeva Olivo Pina, e sapeva di fargli cosa grata chiamando in tal modo Angiolo Guelfi, poi alludendo al suono delle campane che aveva attirata la sua attenzione, continuò con tuono deciso: "E se ordinate, Generale, gli si fa cambiare suono." A queste parole il capitano Leggero, che era fra gli ultimi, si fece avanti premuroso, e domandò quanti abitanti vi erano nel paese, e di quanti giovani si poteva disporre.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dal Molino di Cerbaia a Cala Martina
Notizie inedite sulla vita di Garibaldi
di Guelfo Guelfi
Salvatore Landi Firenze
1889 pagine 102

   





Serafini Allacciante Fontino Fontino Dogana Scarlino Puntone Via Dogana Scarlino Scarlino Garibaldi Scarlino Capitano Olivo Pina Angiolo Guelfi Generale Leggero