E il Pina rispose:
Da una parte a Follonica, e quindi a Livorno, e dall'altra a Grosseto, poi a Roma. - Vi sarà il caso d'incontri? - Il pericolo è ben lontano, tanto più che noi la traversiamo soltanto, ma se si presentasse il caso di esser sorpresi, state sicuro che non vi lasceremo mai in mano dei nostri nemici." - A queste parole il Generale si rivolse commosso a Leggero, egli disse: "Vedi quali uomini fanno in questa Maremma! Se avessimo conosciuta la strada e la popolazione, era questa la via da seguire." Voleva alludere alla ritirata da Roma; e quando lì presso vide vacche vaganti, si battè la fronte ed aggiunse: "Se avessi saputo di trovare anche il cibo per i bravi soldati, sarebbe stata questa la via!"
Traversarono in obliquo la strada, e rientrarono subito nella macchia, e quando dopo pochi passi vi si furono internati, Olivo Pina che precedeva si rivolse al Generale, e col fare sicuro di chi dice cosa ormai certa, e con frase tutta toscana, gli disse: "E ora, Generale, chi ci ha visto, ci ha visto" - volendo fare intendere che non incontrerebbero più alcuno, e se lo incontrassero guai a lui. - Intese Garibaldi, e sorridendo dette uno sguardo a Leggero, e stava in quello sguardo la più bella lode pei coraggiosi Scarlinesi.
Così percorsero Val Lunga, e giunsero sulla Collacchia, o crine del poggio, che per l'altro declive termina con Cala Martina. Fino ad ora il drappello aveva percorsi sentieri malagevoli, ma pervii, e tali da permettere il passaggio di un uomo; ma qui finiva ogni traccia di strada, e Olivo Pina si soffermò e disse: "Ora bisogna abbandonare la viottola, e traversare la macchia," e accennò a destra.
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