Se le furie politiche, dopo avermi strascinato nel tempio della Giustizia, si fermeranno sopra la soglia, io entrerò pieno di speranza, e toccherò l'altare, e l'altare mi proteggerà: se all'opposto, e Dio disperda lo augurio, invadendo esse occupassero il seggio dello Accusatore e dei Giudici, io sarei perduto, è vero, ma andrebbe meco perduto il sociale consorzio, imperciocchè quando la procella delle passioni sconvolge anche i Tribunali, un secondo diluvio allagherebbe la terra; - e per questa volta senz'arca di Noè.
Vi furono giorni sopra la terra, nei quali il più forte ascoltò per non credere, e il debole parlò per non persuadere.... Ma in quei giorni la Giustizia nel vedersi percossa dai suoi sacerdoti si velò la faccia, e cadde ai piedi del simulacro della Vendetta!
Leggo nei libri triste sentenze, che dicono, come sopra la porta dei processi politici, del pari che su quella dello Inferno, stia scritta la minaccia: uscite di speranza, voi che entrate. Gravi scrittori ammoniscono, i giudizii politici proporsi a scopo non già la investigazione del vero, ma la condanna del prevenuto. Non mancano persone, che visitandomi nel carcere si studiarono persuadermi essere ogni difesa vana, ormai il mio destino fissato; dovermi rassegnare ad ottenere giustizia dopo la morte. La storia di Giobbe mi ha accostumato a sopportare in pace siffatta ragione di confortatori. - Io non li credo: costoro oltraggiano la natura umana: gli uomini commossi dallo spettacolo di molte iniquità hanno talora espresso una sentenza generale, ma cotesto fu impeto di passione, non discorso della mente.
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