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      Il Decreto cita autori del secolo di oro dei carnefici, che salutavano la tortura regina delle prove; allega voti di tempi per ispietata ira di parte maledetti nei quali (orribile a dirsi!) qui.... in Toscana furono visti cannibali usciti dallo Inferno lacerare umane carni, arrostirle, e divorarle!! Io per me ho fede che se i gentili Toscani hanno letto cotesto Decreto, devono essere corsi sbigottiti al lunario, per consultare se nel 1851 dalla nascita di Cristo noi fossimo, o in quale altro secolo ci trovassimo stornati.
      L'Atto di Accusa del 29 gennaio 1851 per ammenda ha raccolto le briciole cadute al Decreto del 7 gennaio, quando mi spartiva il pane dell'amarezza, e me le ha riposte sopra la mensa. Insomma, io vedo a prova, che questo solco quanto più si produce più si fa dolente. E poichè le mie parole, trattandosi di causa propria, non si concilierebbero autorità, e come dettate da passione, non da ragione, andrebbero screditate, così a me giovi mettere il metodo tenuto in cotesti documenti a confronto delle dottrine di tale uomo, che la Europa stima, ed è rigido cultore del governo costituzionale stretto.
      I Decreti e l'Atto di Accusa tessono una storia di fatti generali (quanto veri essi sieno ed esatti, qui non importa discorrere), e composta così la cornice v'incastrano dentro uomini diversi, anzi contrarii, e perfino sconosciuti fra loro, e opere disparate, independenti l'una dall'altra, e cospiranti a fini profondamente disuguali. Poi scendono a fatti speciali, senza però abbandonare i generali, imperciocchè i primi si dichiarino più culminanti, lasciandone incerti da cui ti debba guardare, da cui no.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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