Patria, 15 novembre 1847.
Nel novembre del 1847, per la strage di un caporale, il Popolo a Livorno tumultua; vuole in sue mani lo uccisore per istracciarlo; il Delegato Zannetti è bistrattato; più tardi percosso, spinto in carcere, e cacciato via.
Sommosse popolari a Livorno nel mese di decembre successivo, di cui terrò altrove ragionamento.
La Patria nel 18 gennaio 1848 annunzia: "che una forte agitazione, e potente e irresistibile commuove tutta la Italia." E nel 23 dello stesso mese, alla ricisa bandisce: "Toscana tutta quanta ha bisogno di essere riordinata incominciando dal Governo."
Sul declinare del febbraio 1848 la Patria ricorda le riunioni tumultuarie in Firenze, pei fitti delle case. Nel 20 aprile 1848 predica il Giornale stesso: "il pericolo della Repubblica imminente però non potersi evitare adulando i Principi, e con atti arbitrarii e dittatorii di Ministri adulatori.... le forze politiche stanno ormai nelle mani al popolo."
Nel 26 maggio 1848 i Fiorentini ardono la carrozza del napoletano Statella, donde la Patria ricava argomento di ammonire i buoni e il Governo, che i tempi si fanno grossi.
Turbolenze lesive la proprietà. In Empoli si fa violenza al mercato per acquistare grano a prezzo basso; lo stesso accade a Fucecchio, lo stesso a Pistoia, a San Piero in Bagno, a Siena. I possidenti se ne commuovono; la Patria del 14 luglio 1848 solleva desolate grida esclamando: "è necessario provvedere subito e fortemente per reprimere e impedire questi disordini. Non vi è contagio peggiore di questo.
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