Lo incubo del comunismo già appuntella le ginocchia sul petto dei possidenti!
Nel luglio del 1848, alle adunanze pubbliche del Consiglio Generale dolevansi di mene austro-gesuitiche turbatrici dello Stato, e il Ministro dello Interno parlandone come di cosa vecchia, rispondeva, pur troppo non ignorarle il Governo, ed importare che riescano indarno. "Il Governo fa quanto può, ma per riuscire completamente, converrebbe ch'ei non fosse disarmato, e da questo lato, bisogna pur dirlo, gli manca la forza. Fu distrutta la Polizia, e non fu ancora ristabilita. In questo stato di cose è facile vedere che molte volte mancò il mezzo per fare eseguire le misure governative, altre per provvedere. Manca la forza necessaria al potere esecutivo."
Nonostante, l'Accusa me solo incolpa per non avere voluto, o saputo Ministro prevenire e reprimere i tumulti; mi chiama impotente per vizio di origine, o forse anche complice!
Nel 30 luglio, grande sorse il tumulto in Firenze: la forza fu respinta, il Popolo scese ad agitarsi con insoliti indizii.
Sopra la stessa Piazza Granducale, a piè del Palazzo Vecchio erano scritti e letti Decreti pei quali la decadenza del Principe dichiaravasi, un governo provvisorio instituivasi. Di ciò fanno prova il processo compilato in quel tempo, e il proclama del Governo comparso il 31 luglio seguente: "La tranquillità pubblica fu gravemente compromessa in Firenze per opera di perturbatori, che in gran parte non appartengono nemmeno a questa città, e che manifestavano la intenzione di rovesciare l'attuale ordinamento politico del paese, e avvolgerlo nei disastri, che sono sempre la conseguenza delle commozioni violente(11)." In molti cagione, in altri pretesto del tumulto i disastri della guerra italiana, e il sospetto dei sottili provvedimenti fatti dal Ministero.
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