Può provvedere a tutto? Di tutte le paure, di tutte l'esitanze, di tutte le negligenze ha da essere becco emissario il mio Ministero? - Il Monitore del 23 gennaio 1849 così manifestava l'animo suo vituperando il fatto: "Pochi facinorosi e un branco di ragazzi tentarono violare la santità dello asilo (dello Arcivescovo), con generale reprobazione di tutti i buoni Fiorentini, dei quali non pochi si adoperarono onde desistessero dallo spingere più oltre le violenze. Il Governo non può nè deve tollerare qualunque trascorso che tenda a turbare la pubblica tranquillità o infrangere l'autorità delle leggi. Sono già state prese le misure opportune, e la Giustizia sta in traccia dei colpevoli, che saranno puniti con tutto il rigore(46)." L'Accusa poteva rammentarsi che mercè le mie premurose istanze l'Arcivescovo fu richiamato in Firenze, che egli a me si affidò, e che io, con sommo studio, correndo pericolo grande, attesa la malvagità dei tempi, lo assicurai nello esercizio liberissimo delle sue funzioni ecclesiastiche. La opposizione del Roberti a presentarsi a Firenze, era ella cosa da rammentarsi nemmeno? Dat veniam corvis, vexat censura columbas! E nonostante, col Dispaccio telegrafico del 13 novembre 1848, ore 6, fu mandato: "Se Roberti (Giorgio) vuole dimettersi, accettisi la dimissione." E nel 18 detto: "Roberti obbedisca e venga a Firenze; se disobbedisce, si cassi dai ruoli." Roberti obbedì. Le violenze contro i signori Bartolomei ed Henderson furono con alacre operosità represse.
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