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      A questa gente non tornava conto la pace; usa a pescare nel torbido, voleva permanente la tempesta e la provocava. - Due cose erano da farsi, e presto: dare animo alle menti sbigottite di manifestare voto solenne di volere stare congiunte alla famiglia toscana e rifuggire da ogni mutamento politico; togliere al Torres la male usurpata autorità: così veniva a spuntarsi la speranza alla turba del Torres di sopraffare la maggioranza dei cittadini con violenti partiti. Aperta la seduta, io incominciai, e lo ricordano tutti, proclamando essere intenzione universale, starci uniti alla Toscana e al Principe Costituzionale, imperciocchè volere diversamente sarebbe stato non pure empio, ma assurdo. Unanime consenso approvò la proposta, e i pochissimi che sentivano diversamente ebbero a tacere. Poi trapassando a discutere intorno alle cose necessarie per ricondurre stabilmente la pace nella città, furono con buone ragioni respinte le intemperanti richieste e ridotte a queste quattro: 1° Oblio per tutti, e di tutto. 2° Cambiamento dello Stato-maggiore e dei primi Capitani della Civica. 3° Organizzazione e armamento della Riserva. 4° Revoca dei poteri eccezionali. E finalmente fu deliberato una Deputazione di 20 Cittadini si recasse a Firenze a esporre le domande dei Livornesi al Ministero; un'altra di 12 governasse provvisoriamente la città: il comando della forza armata si confidasse all'ufficiale Ghilardi giunto in Livorno in quella stessa mattina.
      Prima di proseguire nella narrativa, giovi trattenermi un momento su quelle operazioni.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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