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      Di quieto in piccola compagnia andavo a perlustrare, e sempre tornavamo con la prova, che a fine iniquo abusavano della popolare credulitą; liti domestiche componevamo, e negozii contenziosi e vecchie discordie; in un mese la cittą sciolta da ogni freno, o piuttosto da sč stessa frenata, contņ cinque ferimenti e ventun furto, pel valore cumulato di lire 1112, numero di gran lunga inferiore a quello di ogni altro mese antecedente; le carceri rimasero parecchi giorni vuote(95). La stampa, finchč io stetti a Livorno, reverente al Principe; in ogni occasione lodato e raccomandato allo amore del Popolo(96). E dello stesso Presidente Capponi discorso con ossequio(97). Cittą insomma non pure ordinata a riposato vivere civile, ma disposta a ricevere le Autoritą governative, che richiedeva fiduciarie del Governo e di sč. - Lascio della stampa della Capitale a me avversa: se raggranellata una masnada di grassatori, avessi a capo di quella rotte le strade, io penso che non si sarebbe avvisata vituperarmi con obbrobrii sģ spessi, nč sģ abbominevoli. La opera mia era compita, nč il provvisorio poteva prolungarsi senza danno dello Stato, della cittą e mio; nel 28 settembre, piegando finalmente alle domande giustissime del Gonfaloniere, e per soddisfare le premure di alcuni cittadini livornesi(98), il Governo mandava a Livorno il sig. cav. Ferdinando Tartini. Il Gonfaloniere e i Cittadini aggiunti al Municipio avevano fatto stampare un Manifesto, per disporre il Popolo a riceverlo gratamente, quando vennero avvertiti che il Manifesto sarebbe sfregiato; non essere persona di fiducia del Popolo il cav.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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