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      Lascio per ora della pretesa promessa di tenermi lontano dal Potere perchè a me ignota; dirò delle parole profferite dal signor Montanelli appena mi vide, e furono queste: "Confessare essere stato indotto in errore per le altrui calunnie sul conto mio; chiedermene scusa alla presenza di quei rispettabili cittadini; non egli avere dettato gli articoli a me ingiuriosi, pure meritare rimprovero per non averli reietti dal suo Giornale(110); dovermi una splendida riparazione; averlo sentito nell'anima, e intendere farmela adesso con lo invitarmi ad essergli compagno nel Ministero." Così mi favellava persona da me lungamente riverita ed amata; tornava dalla guerra italiana dove aveva sparso il suo sangue; era soffrente per la ricevuta ferita; una mano teneva fasciata al collo; sporgeva la sana in traccia della mia per pegno di pace.... Mi era parso fin qui che l'oblio delle ingiurie fosse insegnamento di Cristo; adesso al precetto di religione si aggiungeva carità di Patria.... io lo abbracciai con tenerezza, e lo baciai. Ora poi imparo dall'Accusa, che in questo modo procedendo Montanelli ed io, commettevamo infamie. - Anche questa mi toccava a sentire in Paese cristiano!
      Le politiche emulazioni forte commovendo gli spiriti, avviene che questi nello ardore del contrasto sovente trascorrano fin dove non vorrebbero andare, e fu veduto una volta gli odii di parte perpetuarsi feroci. I Partiti, pur troppo, non serbano modo nelle accuse perchè contendono per avere ad ogni costo ragione, e questo so e provo.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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