Queste lettere, questi trattati a cui accenna l'Accusa, io non conosco; non mi furono esibiti; ignoro qual carattere rivestano; non sono chiamato a rispondere di loro.
Con questa riserva esaminandoli, osservo che egli spediva lo Incaricato segreto quando già il Papa si era allontanato, e quando le cose romane versavano manifestamente alla Repubblica, onde impedire che questa fiamma in paese confinante si accendesse e su noi si avventasse, procurare che aderisse a Governo ordinato, promuovere, in qualunque vicenda (e tutte erano temibili o sperabili allora), gl'interessi del Principe nostro colà; frattanto nè di principato, nè di repubblica si favellasse. Se io non isbaglio, mi sembra che il Montanelli in questo modo operando, mettesse in pratica lo ammaestramento del sommo Politico, che nelle improvvise e non riparabili fortune, il meglio è, potendo, aspettare: da cosa nasce cosa, e tempo la governa. Ed anche acconsentendo che il Montanelli si affaticasse in prevenzione a volgere a pro del suo paese lo esito probabile di cotesti tramutamenti, io non so come e in che lo si voglia incolpare.
Nel volume dei Documenti, a pag. 543, trovo lettera particolare del sig. Montanelli al conte Bargagli Ministro Toscano a Roma: "Se Roma convoca immediatamente la Costituente, e vota la Presidenza di Leopoldo, noi avremo ottenuto un doppio effetto: 1º Fusione dei due Stati dell'Italia Centrale. 2º Centro italiano, al quale il Piemonte e certo anche Napoli dovranno concorrere." (28 novembre 1848.) - Più sotto, a pag.
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