- (Seduta medesima.)
L'Assemblea, malgrado la dilazione da me insinuata e la causa grave per motivarla, non attese gli avvertimenti del Ministero, anzi li contrariò, e volle nel giorno successivo discutere e votare la Legge nello insieme e nei suoi articoli(125). Nè si dica che la Camera patisse violenza; imperciocchè io stesso, e lo ricordano tutti, io stesso la confortai ad usare animosamente dei suoi diritti, e infastidito a un punto dello schiamazzare delle tribune e della pazienza del Presidente, uscii in queste avventate parole: "Poichè, per le regole parlamentarie, a me non è lecito in questo recinto favellare al Popolo, prego il signor Presidente indirizzargli una parola formulata così: "Dichiaro traditore della Patria chiunque con intempestiva e indegna perturbazione fa sì che in questo momento la discussione non proceda solenne e liberissima." - (Detta Seduta.) Veda dunque l'Accusa, che per me si fece anche troppo per mantenere la libertà e la dignità della Camera; ragione le porsi e modo di aggiornare a tempo ben lungo la Costituente, dacchè la discussione del Bilancio suole occupare parecchie Sedute. L'Accusa dirà: e' sono parole; - ma coteste parole corrispondono a' fatti, e si persuada che non era piccolo cimento profferirle allora.... oh! riesce molto più facile dissimularle adesso.
Ancora: per evitare il domandato invio dei Deputati alla Costituente romana il giorno 5 febbraio, dava spazio lo adempimento dello articolo 6 della Legge. Poco mancò che anche questo benefizio andasse perduto, per la proposta di un Deputato diretta a invitare il Ministero "a presentare il Regolamento per l'elezioni entro tre giorni da quello in cui la presente Legge avrà ricevuto la finale sanzione.
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