Taluno osservņ, sarebbe stato salutare consiglio avere a noi i Capi dei Circoli, esortarli a restarsi tranquilli, e contenti a quello che il Parlamento avrebbe deliberato in pro della Patria travagliata; non rendessero disperata con tumulti intempestivi una condizione di cose gią di per sč stessa gravissima. Mi parve savio partito, e tale sarebbe apparso, io credo, a chiunque abbia fiore di senno. Non conoscevano il domicilio di Antonio Mordini: dicono che io commettessi a Emilio Torelli di chiamare Francesco Dragomanni: io non lo ricordo, ma sarą; e se ciņ č vero, devo averlo fatto richiesto da coloro che vollero adunati i Capi dei Circoli, e perchč egli indicasse, se lo sapeva, il domicilio del Mordini. Vennero eglino, i chiamati, o no? L'Accusa dice che vennero; perņ vuolsi notare, e credo che dal Processo si ricavi, che io non conosceva i chiamati, se togli Dragomanni, nč li vidi, nč loro parlai: altri conferiva con essi, e dovei ritenere che l'esortazioni fatte ai medesimi fossero conformi al convenuto. Insisto ad affermare, che io rimasi sempre nella mia stanza, circondato dai signori Gonfaloniere di Firenze, Generale Chigi, e, se io non erro, dal R. Delegato Beverinotti, dal Prefetto Buoninsegni, dall'Avvocato Dell'Hoste, con altri moltissimi, che io non rammento, che prego per amore della santa veritą, ricordarselo per me, - e spero che lo rammenteranno.
Io gią discorsi di questi fatti, perchč il Decreto del 10 giugno 1850, quantunque non mi accusasse, pure diceva, che non vi fu estraneo il Ministero, o taluno dei componenti il medesimo.
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