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      Che qualcheduno la preceda con la torcia accesa a schiarirle il cammino, bene sta; ma non le vada tanto innanzi, che, fissa in quel lume lontanissimo, non veda i pericoli che le si parano sotto i piedi.
      Essendo pertanto avvenuto, che uomini, i quali speculativamente si mostrarono parziali a forme di governo latissime, fossero assunti al Potere, nè si trovassero abilitati a ridurre in pratica le teorie manifestate, si ebbero, senz'altro, rimprovero di mutata fede, e di peggio. Accusa, a mio parere, ingiusta; imperciocchè a comporre un trattato e a scrivere un libro basti poca carta e inchiostro e il proprio cervello, ma per condurre un Popolo sia forza consultare i suoi desiderii, i suoi bisogni e la sua potenza. Nè si deve, senza le solite stemperatezze dei Partiti, biasimare chi, vedendo che tutto non si può nè ad un tratto, e forse alcune cose mai, con lealtà di cuore e fede intemerata si mette a raccogliere le possibili. Così non si biasimava Platone, se, avendo scritto il Trattato della Repubblica, si conduceva a Siracusa per mansuefare lo efferato animo del tiranno Dionigi; nè Tommaso Moro, il quale, comecchè dettasse il Libro della Utopia, consentiva a tenere ufficio di Gran-Cancelliere d'Inghilterra sotto Enrico VIII; nè il Moro perciò vendeva la sua coscienza a cotesto re, e lo mostrò con la morte. - E Cocceio Nerva compiacque piuttosto al suo fiero talento, che al bene della umanità, quando, pria che vivere sotto Tiberio, sostenne morire, conciossiachè è da credersi che con l'autorità, la quale esercitava grandissima, e l'amicizia che l'Imperatore gli professava, avrebbe potuto, per avventura, temperare la truce indole di quello.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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