- Però questo mio sistema mi ha fruttato taccia d'ignorante e di gretto, dal Partito repubblicano(161). Io posso abbandonare intera alla censura altrui la mia mente, mi salvino il cuore; ma davvero con idee preconcepite, e discordi dal voto universale, io non comprendo a che cosa si riesca, tranne a sobbissare i paesi per soverchia presunzione di sè.
Però nella Circolare del 12 novembre 1848, indirizzata ai Prefetti, dopo avere parlato del periodo procelloso che percorrevamo, dichiaro: "I principii monarchico e democratico possono vivere in pace fra loro, a patto però, che il primo si mantenga leale, il secondo proceda temperato. I re durarono nella Repubblica di Sparta, e progenie inclita di Ercole eroe furono Codro, Agide e Agesilao, onore della umanità. Se il presente Ministero fosse andato persuaso, che Principe e Popolo camminino contrarii disperatamente, non sarebbe salito ai Consigli del Capo Supremo dello Stato."
Più oltre: "Alle persone senza consiglio stemperate, dite che noi siamo antichi amici della Libertà, che la nostra fede non può tornare sospetta, che ci ascoltino come fratelli, e sappiano essere più onorato del desiderare nuove libertà, mostrarci capaci di adoperare dirittamente quelle che abbiamo ricevuto."
E nella seduta della Camera dei Deputati, come di sopra ho avvertito, bandii solennemente non esser suonata l'ora della Repubblica in Italia; e la generosità del Principe e i suoi meriti presso il Popolo, e l'obbligo di questo a mostrarsi grato, per lo insigne beneficio ricevuto(162).
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