.. Dove io fuorviassi... guai a me!
Io non mi sento abbastanza Visconte per usurparmi il privilegio di assassinare senza coscienza come senza pudore la fama altrui.
Guardimi il cielo da pensare, che i Capi di parte repubblicana macchinassero disegni di sangue. No. Ma ogni fazione ha la sua morchia, e da questo fondaccio si è visto sorgere sempre qualche uomo perverso; e le minacce suonavano feroci; e le parole ardenti accendono gli spiriti a cose immani, e le passioni politiche pervertono ogni sentimento morale. Il fato di Pellegrino Rossi stava lì a spaventare i più arditi.
Il partito preso dai Repubblicani a mio riguardo apparisce dal volermi Capo o Membro del Governo Provvisorio, non pure inconsulto, ma repugnante e contendente. Niccolini, che fu gran parte delle deliberazioni del Circolo nella notte dell'8 febbraio, può egli supporsi che non abbia informato i convenuti del mio aborrimento dalle macchinazioni loro? Può credersi che loro tacesse i miei rimproveri e l'acerba repulsa? Certo non è da credersi; e allora egli deve avere proposto lo espediente che a me medesimo, con fronte aperta, manifestò, di costringermi a viva forza. D'altronde la violenza ormai era sistema del Circolo, e vedremo più tardi come le fosse lasciata per regola di condotta. - Se, falsando i fatti, si voglia sostenere che me ne andassi volenteroso a concionare il Popolo in piazza, certamente queste verità non si potranno conoscere; ma se si ritenga, come è vero, che il Popolo invadente le Camere, il Popolo giù per le vie me solo chiedeva, a me imperiosamente di mostrarmi ordinava, ed avvisato che ricusava obbedire, e dell'audace risposta - io sto nell'Assemblea, mandava per la seconda volta una turba molto, più numerosa della prima a rinnuovare il comando con tanto furore, che il Vice-Presidente Zannetti,
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