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      Rifinito dalla fatica, agitato da commozione profonda, e da presentimenti tristissimi, dopo avere vegliato tutta la notte, io mi conduco alla Camera deliberato a rassegnare la carica appena il signor Montanelli avesse letto il suo Rapporto. Questa intenzione aveva manifestato ai miei familiari, e a parecchie persone che mi circondavano; sicchè prima di uscire dalle stanze di Ufficio fatto fascio di corrispondenze, e di altre carte private, gittandole sul fuoco, esclamai: "poichè non tornerò più qui, non vo' che alcuno legga i miei negozii!" Mi sentiva preso da sazievolezza, e di salute infievolito non poco; rivolgendomi nell'Assemblea al Popolo sorvegnente, diceva loro: "Rammentatevi, cittadini, che abbiamo vegliato tutta notte: - per conseguenza state tranquilli(177)."
      Il signor Montanelli, appena letti i documenti di S. A., viene interrotto da turba di Popolo guidata dal Niccolini, il quale si annunzia latore di ordini popolari; e poi aggiunge: che il Popolo abbandonato dal Sovrano, il quale è fuggito vilmente, mancando alla sua fede e al suo onore, è rientrato nei suoi diritti(178).
      Sorge fiero tumulto. Il Presidente si è coperto il capo, ha dichiarata sciolta la Seduta, e si è ritirato seguito da molti Deputati(179).
      Di faccia alla rivoluzione che irrompeva, deh! senza ingiuria di alcuno, mi sia concesso dichiarare, che non mi parve quello contegno di bene avvisati Deputati. Chi lascia il campo, si dichiara vinto. Padroni della sala e del Governo già già diventavano il Niccolini e la plebe; - sì, lo avvertano bene tutti coloro che fanno le viste di obbliarlo adesso, - plebe, e quella dessa, che dopo avere innalzato gli alberi della libertà, in onta mia, per estorcere danari, gli abbatteva più tardi per estorcere danari; plebe, che minacciosamente proterva domandava elemosina alla foggia del povero del Gilblas, e ruppe strade, e incendiò case, e manomise le persone, e gli averi; plebe, che anelava gli ultimi orrori; plebe, che, implorando lo aiuto dello stesso Circolo armato, fu forza contenere perchè non isbranasse gli arrestati nella notte del 22 febbraio; Ciompi senza Michele Lando.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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