Oh! chi sa, che quelle mani... - ma che dico io, chi sa? - quelle mani stesse, che vergarono la ingrata Accusa, scrissero il voto di fiducia a mio favore, volendo allora tributarmi l'onorevole approvazione pel mio operato! - Ma ahimè! il sentimento della gratitudine s'inaridisce più presto della lacrima dell'erede... Io, invitato ad usare le mie scarse facoltà in benefizio del mio Paese, non ho mai rifuggito, comecchè con mio carico grande; e se nel 12 aprile io non lasciai Firenze, e' fu perchè mi pregarono interpormi, onde Livorno aderisse di quieto alla restaurazione del Principato Costituzionale: poi si scoperse essere un tranello cotesto; ma il mondo dirà da qual parte stia la vergogna, se dalla parte dei venerabili personaggi che dello amore di Patria fecero insidia, o dalla mia, che mi lasciai prendere a quell'amo!
I Giudici commendano Adami per avere conservato gl'impiegati: ma io feci di più; un segretario antico e benemerito del Ministero dello Interno, Ambrogio Piovacari, me istante, fu promosso a Consigliere di Stato, e nel suo ufficio posi la persona ch'egli stesso mi designava. Frequenti lettere anonime mi confortavano, ed anche minacciavano, a dimettere un altro Segretario, il Signore Allegretti. Io gli mostrai le lettere, gli dissi reputarlo, qual è, onesto, e, per quanto stesse in me, volerlo conservare in ufficio. Altra lettera anonima mi notiziava agitarsi ai miei danni Ferdinando Fortini; io gli mandai per suo governo il foglio accusatore, certificandolo della mia perenne amicizia.
| |
Accusa Paese Firenze Livorno Principato Costituzionale Patria Giudici Adami Ministero Interno Ambrogio Piovacari Consigliere Stato Segretario Signore Allegretti Ferdinando Fortini
|