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      Questo stava bene in teoria; ma in pratica non istava più bene; anzi, secondo le contingenze, aveva ad esser tutto a rovescio.
      Là dove il Popolo propende alla Repubblica, si consulti col voto universale; dove no, cotesto diventa fastidioso puritanismo, e bastano le petizioni dei Circoli, gl'indirizzi dei Municipii (che oggimai noi conosciamo a prova di che cosa essi sappiano), e i clamori di piazza. Logica è questa di ogni Partito di cui lo scopo consiste nel riuscire a qualsivoglia costo. - In Toscana il Popolo, non ostante la vertigine che lo agitava, consultato a cose quiete, non avrebbe risposto nella maggioranza alla Repubblica: questo aveva subodorato Giuseppe Mazzini, ed invero, informando l'Assemblea romana su le condizioni della Toscana, spiega chiaro: "che le tendenze della parte più energica, più importante della popolazione, sono altamente unificatrici, e dicendo unificatrici intendo escludere il dubbio vocabolo di unione. Tutti i Giornali sono unanimi in questa espressione.... tutti i Circoli, - molti Municipii, - parecchi Comandi della Guardia Nazionale, dichiararono nella penultima domenica del mese scorso, con una manifestazione solenne seguita da altre adesioni nei giorni seguenti, che il voto della Toscana era la forma repubblicana e la unificazione con Roma(200)." Le quali parole lasciano pur troppo intendere, che la parte più energica era per la Repubblica, ma lo stesso non poteva dirsi della più numerosa. Però Mazzini intende, ma non approva più che sia consultato il Popolo.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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