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      Or qui in Toscana mancavano (e prego Dio che abbiano sempre a mancare) ingiurie sanguinose a vendicare, odii antichi a sbramarsi; solo in molti, ma non nei più, Toscani, era vaghezza di forme repubblicane; molti ancora, non può negarsi, si agitavano per cupidigie o per bisogni, e, non frenati, stavano per partorire deplorabili lutti; piantatrice e spiantatrice degli alberi della Libertà, per la massima parte, era di questa sorta gente, che ama le baruffe e le provoca solo per pescare nel torbido; taccio di quelli che non erano di qui. Ma per amore della Repubblica, per quante ne sapessero fare, non si muovevano davvero i mezzaioli in campagna, nè i borghesi in città, i proprietarii grandi, la nobiltà, il clero. - Agitate, agitate, perchè le minorità vincono le maggiorità; - le vincono, è vero, o piuttosto le stupefanno, ma per durare ci vogliono gli annegamenti nella Loira, le mitraglie di Lione; e questi estremi rendono spaventevole la Libertà, e la fanno precipitare alla tirannide soldatesca. Tuttavolta, questo volevasi, intendetelo bene, signori Giudici, e questo sarebbesi fatto: e poichè la vostra coscienza non ve lo ha saputo dire, vi dica il Paese intero, cui mi giova sperare non ingrato, chi impedì questo, e a qual prezzo. - Agitate, agitate, e troveremo cannoni, armi ed armati; - ahimè! la esperienza ha dimostrato non succedere così; e senza un buon nervo di esercito disciplinato, i volontarii o fuggono, come i Francesi a Grand Pré, o muoiono, come i Toscani a Montanara - gloriosamente, sì, ma non vincono.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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