..." E fino dal 16 febbraio a Mazzini opponeva Mazzini, gittandogli in volto le sue dichiarazioni predicate a Livorno; "ecco le parole piene di fede, e di senno, che Mazzini rispondeva al Popolo di Livorno, che saputa la fuga del Granduca domandava ad alte grida la Repubblica: - Io repubblicano per tutta la mia vita, vi esorto ad attenderne la iniziativa da Roma; sono là i veri rappresentanti del Popolo, e noi dobbiamo inchinarci a quel potere sovrano(203)." - L'Accusa io qui l'ascolto esultare dicendo: dunque, vedi, anche tu accennavi aderire all'Assemblea Costituente di Roma, - ed io le rispondo: tu non capisci niente; - allora importava non irrompesse la Repubblica a furia, e non era a guardarsi la natura del rimedio, purchè salvasse dal male presente: poi cosa fa cosa, e tempo la governa. Mazzini pertanto, ed i seguaci suoi non potevano replicarmi in viso senza inverecondia, imperciocchè adoperava a combatterli le loro stesse parole. Allora furono tentate altre vie.
Imitate, dicevano i Repubblicani, il Governo Provvisorio di Francia; ordinate provvisoriamente la Repubblica, salva la sanzione del Popolo, come fece Lamartine. Per questo modo, proseguivano essi giovandosi degli argomenti di lui, farete cosa a un punto rivoluzionaria, e conservatrice; imperciocchè da un lato lo sperimento della Repubblica, durante certo spazio più o meno lungo di tempo, sarà sempre tanto guadagno fatto pei governi liberali, e pei vantaggi del Popolo; dall'altro, dove anche più tardi l'Assemblea disfacesse la Repubblica, partorirà adesso entusiasmo nel Popolo, soddisfazione agli animi agitati, maraviglia alla Europa, impulso e forza per traversare lo abisso senza fine cupo della rivoluzione(204).
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