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      Questo abisso di mandare in perdizione la Società, noi da vicino non minaccia; di comunismo per ora, se spruzzate, non paionmi contaminate le moltitudini; la Repubblica, anzichè diminuire le perturbazioni, avrebbe virtù di aumentarle, e rendere forse disperato un male di per sè stesso gravissimo. Ad ogni modo, che il Popolo universo a decidere delle sue sorti consentisse, questo prometteste, questo promisi, e questo hassi a mantenere: leali vi chiamaste, e leali perdurate, chè bene v'incorrà della conservata rettitudine. - E alle ragioni, che procrastinando si sfiduciavano gli animi, i malfermi alienavansi, sfocavansi gli ardenti, e si dava luogo a insinuare che il Governo procedesse avverso alla Repubblica, io replicava: questo non essere da temersi, imperciocchè il Governo fino dai suoi primordii aveva dichiarato, che per pronunziare la decadenza del Principe e la Repubblica, dovesse aspettarsi che lo universo Popolo toscano emettesse liberissimo il voto. La requisitoria del Pubblico Ministero Regio dichiara francamente, che tutto il mio sforzo si ridusse a persuadere, ed agire in qualche contingenza, perchè non venisse la Repubblica attuata troppo sollecitamente: la requisitoria del Pubblico Ministero Repubblicano, rappresentato dal sig. Carlo Rusconi, mi accusa: "Che giunto al Potere, ebbi modo di fare proclamare la Repubblica, e non volli. - Che quando mi fu dato unificare due provincie assecondando i voti del Popolo, comecchè unitario ed entusiasta del Popolo mi fossi detto, bramai persistere in una disunione insensata.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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