I protagonisti di questo vergognoso dramma (e li nomino, chè frutti loro eterna infamia), furono Giovanni Bordoni tenente della Civica, Giuseppe Fantacci, e un tal Didaco Becattini, tutti impiegati nella bottega Raveggi, tutta gente vile ed abbietta. Fra i nobili, Giovanni Placidi, Bernardino Palmieri e Ottavio Spennazzi figuravano come istigatori andando di bottega in bottega a suscitare l'incendio. L'ultimo poi era dei più accaniti, e si valeva dell'opera di un popolano a cui contamina la figlia consenziente il padre. - Oggi questi ribaldi hanno presentato una nota delle persone che vogliono espulse, e che ascende al N° di 150."
Altra Lettera.
Domenica passata doveva aver luogo una merenda dei volontarii e prigionieri senesi, e nello stesso tempo fare fra loro un giuramento di ritornare tutti al Campo quando il bisogno o la guerra riprincipiasse. Il tempo sinistro impedì che fosse effettuata detta merenda.
Pur non ostante, questo accordo suscitò sinistre interpretazioni nel popolo senese, per cui furono chiamati per parte del Governo due individui, i quali assister dovevano alla merenda, e furono fatte loro delle domande per sapere il vero scopo di una tale riunione. - Inoltre fu fatto credere che l'oggetto di detta riunione non era già quello di fare una merenda, ma bensì di concertarsi onde far nascere un tumulto nella città avente uno scopo repubblicano. - Avvertì che tale congettura era avvalorata dall'idea che vi fossero nella succitata riunione implicati varii Livornesi.
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