Quando mi capitò il destro di mandarlo lontano, io lo afferrai, e così adoperando intesi dare sussistenza ad uomo di chiara stirpe, cultore delle lettere, e mostratomisi parziale fino da quando egli, Presidente dell'Accademia della Valle Tiberina, me immeritevole e non chiedente, anzi repugnante, volle ascritto nell'albo dei socii della medesima(238). L'Accusa da prima sospettò, che cotesto impiego fosse mercede della opera prestata nell'8 febbraio; io feci avvertire che soltanto nel 10 aprile egli era promosso: ricompensa un po' troppo remota; - allora gavillando l'Accusa ha trovato che si volesse allontanare perchè, più che di vantaggio, fatto impedimento; e nè anche questo è vero. Il signor Lemmi era stato eletto Segretario allo Incaricato di affari a Costantinopoli: ricusando egli, gli subentrava il sig. Dragomanni quasi fortuitamente(239). Quantunque, come il proverbio dice, l'asino non valga la cavezza, chè materia di piccolo momento ella è questa, pure anche qui mi piace ripigliarti senza rancore, o Accusa, e condurti a toccare con mano che non ne imberci una. Fammiti qui appresso, e vediamo un po' se mettendo tutto il nostro in comune (poichè di comunità oggi corre la usanza), ci riuscisse fabbricare qualche cosa che avesse garbo di ragionamento. A che miravo io? Su, dìllo, via. - L'Accusa, che teme esporre il suo a compromesso, mi sbircia alla trista, e tiene i labbri stretti. Lo dirò io per te; io non risico nulla: tanto in prigione ci sto. Miravo forse alla restaurazione del Principato Costituzionale?
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