Perchè la Verità dorrebbe preferire le sponde del Serchio a quelle dell'Arno? - Così è: come a Lucca, accadeva da per tutto. Le agitazioni politiche già già destavano le furie socialistiche. Commosso da apprensioni terribili, oppresso da fatiche, a cui sembrava impossibile che uomo potesse durare, io mandava un grido di desolazione col Proclama del 16 febbraio 1849: "La nostra bella contrada si disfà, se quanti hanno cuore italiano non sorgono animosi a salvarla. Bande di facinorosi, col pretesto della fuga di Leopoldo II, ed anche senza pretesto, irrompono al saccheggio e allo incendio. Il Governo ha represso gli scellerati, e saranno puniti."
In cotesti tempi, per così vigile provvedere, persone onorevolissime mi levarono a cielo; nè fra queste mancavano parecchi membri del Municipio fiorentino, e il suo egregio Capo. Alle mie dichiarazioni che la mia natura, vinta dal travaglio, stava per soccombere, allibivano; e primi fra gli altri, gli antichi impiegati, gli stessi servi della granducale famiglia, a mani giunte, mi supplicavano a non gli abbandonare. Sapevano ben essi quali sorti gli aspettassero! Ahimè! Come mai tutte queste fatiche, cure e pericoli adesso, a un tratto, diventarono delitti?
Fra tante, e solennissime tutte, testimonianze, mi giovi allegare quella del signore Allegretti, e ciò per due ragioni; la prima, perchè, preposto allora, e credo anche adesso, nel Ministero dello Interno alla Sezione della Polizia, giudicava dei tempi con esattissima cognizione delle cose; la seconda, perchè dall'attuale Governo adoperato e promosso non può neanche dalla ombrosa Accusa reputarsi sospetto.
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