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      (Attesochè 84.)
      Quindi io non ricorderò per quante guise questi stemmi fossero, in molte parti della Toscana, vilipesi ed arsi. - Non era meglio risparmiarli all'onta? Poteva e doveva patire io che venissero strascinati per le strade, come a Fiesole avvenne? Infatti, dove l'azione del Governo si estese, furono risparmiati e custoditi; e fu lodata la prudenza del Vice-Prefetto Zannetti, il quale, informando il Governo, così scriveva il 10 febbraio: "Nella perduta sera volevansi atterrare e distruggere tutte le armi granducali. Bastò qualche rilievo a trattenere le dimostrazioni che a colto e ben civilizzato Popolo non si addicessero. E le armi furono, a sera inoltrata, scese e calate dai posti e depositate in una stanza del Municipio(249)." Vuolsi avvertire che in taluni luoghi, non solo di onta, diventavano eziandio materia di furore e di offesa. "Ma la prudenza è al colmo, la licenza dei retrogradi e dei tristi sfrenata, il contegno nostro moderato, ma già diventa furore vedendo fra noi esistere il monumento di derisione, l'arme di quel Principe(250)." Non era meglio remuovere il motivo di furore, che permettere lo spargimento del sangue? Certo era meglio; i Giudici lo dicono, e in questa parte siamo d'accordo. E badate che non solo gli stemmi granducali lorenesi, ma eziandio i medicei vollero remossi, perchè quando s'innalza l'Albero della Repubblica debbono cadere i monumenti della oppressione(251). Invano però fu scissa dall'Accusa la mia dalla causa dei signori Guidi ed Adami, onorandissimi amici; o fummo violentati tutti, o nessuno.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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