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      In Toscana, Giudici miei concittadini, presenti, scienti forse pių degli Esteri Ministri, mi rampognano e mi accusano, e non solo mi accusano, ma mi oltraggiano con insulti fabbricati nel 1800!
      Un'altra persona domiciliata qui a Firenze, scrivendo nell'8 marzo a certo suo amico di Parigi, tale gli dava ragguaglio delle nostre condizioni: "I Ministri e il Comitato esecutivo - tutti sono obbligati a sottomettersi alla tirannide di una mano di Faziosi, che si fecero padroni di Firenze, quantunque la pių parte non sia neppure nativa del Paese. Firenze č fatta convegno di tutti i seminatori di zizzanie della Penisola. Ridotti in Club, che porta nome di Circolo del Popolo, dettano leggi, promulgano decreti, ai quali il Governo ha da sottomettersi docilmente(271)." Infatti il Giornale del Circolo cosė con parole ingenue ne raccontava la importanza e lo istituto:
      Essi sono un vero Magistrato (i Circoli) del Popolo, cui egli corre per tutti i suoi interessi, per tutti i suoi reclami e lagnanze, e vi trova tutte le simpatie per ottenere protezione. - (Popolano, 17 febbraio 1849.)
      E quando in cotesto modo scrivevano, ero pur giunto a impedire che i Circoli dominassero interi; e la potenza loro scemava: si pensi un po' quanto potessero allora che mandavano commissarii in Provincia, e sopra ogni canto gli Oratori loro con accese parole aggiungevano legna al fuoco, le armi in pugno brandite tenevano.
      Ora sotto la impressione di questi fatti si prendano a considerare i Dispacci dell'8 febbraio.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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