Voi non volete per ora l'Unione con Roma, perchè l'Unione con Roma ci toglie l'autonomia toscana, di cui oggi vi mostrate tanto passionati, quando dieci giorni fa ve ne mostravate non curanti; e la distruzione di autonomia importando infrazione dei trattati di Vienna, importerebbe anch'essa intervento austriaco, invasione straniera e tutta la solita litania. Ma dunque che cosa volete?" - (Frusta repubblicana, 15 febbraio 1849)
Gli Emigrati Lombardi amaramente mi rampognavano nel 14 febbraio, che da sei giorni io non adémpia le grandi misure nè adoperi lo impeto di azione che mi avevano inculcato dalla prima ora della mia chiamata al governo. Consigli di gente armata, accesa di passione politica, smaniosa di ricuperare la Patria, convinta profondamente che per altra via non vi si ritorni, che sieno, dacchè l'Accusa non vuol capire, capite voi tutti che leggete queste pagine, e vedete con quanta giustizia di me si faccia lo strazio disonesto.
Sei giorni sono trascorsi, e noi cercavamo indarno negli Atti del Governo quella coscienza delle grandi misure, quello impeto di azione, che dalla prima ora della sua esistenza gli avevamo inculcato.
- (Costituente Italiana del 16 febbraio 1849.)
E se l'Accusa volesse sapere quali ammonimenti mi dessero i Settarii, e come facessero a fidanza, e se mi lasciassero libero, altro non ha che fare, che leggere queste poche righe: "Fino dall'8 febbraio abbiamo detto agli uomini che le speranze del Popolo avevano inalzato al Governo: noi vi richiederemo conto strettissimo giorno per giorno, ora per ora, della opera vostra, e un minuto sprecato, è una colpa; e noi conteremo i vostri minuti(281)." Vero è bene che chi scriveva dichiarava essersene astenuto, e in quanto a sè forse non profferiva bugia; però lo aveva fatto fare dalle Deputazioni incessanti dei Circoli, e dagli Assembramenti popolari.
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