La Unione con Roma era per noi condizione della esistenza del Governo Provvisorio fino dal giorno otto febbraio; fino dal giorno in cui il Popolo restituito nel pieno possesso dei suoi diritti rovesciava per sempre un ordine di cose impossibile ormai.
- (Alba, 25 febbraio 1849.)
Ieri abbiam detto al Governo Provvisorio di Toscana diritti e doveri. - Con franchezza gli abbiamo accennati: diremo con franchezza se verranno compiti. - Una verità oggi ripetiamo, una suprema verità: - il tempo preme, fate tesoro del tempo.
Abbiam detto ieri uniti con Roma, - oggi diciamo immediatamente uniti. I bisogni vincano le forme. - Cittadini! quando vi abbiamo affidati poteri assoluti, abbiamo ad essi posto il suggello di una condizione: l'Unione con Roma: avete accettati gli uni, avete dunque accettata l'altra; compitela.
Gli avvenimenti mutarono. La Repubblica Romana è proclamata. A voi incombe inviare tosto un plenipotenziario che rechi il saluto e l'omaggio di Toscana alla gloriosa sorella. A quest'ora l'avrete fatto: se no, perchè il ritardo?
L'Unione con Roma fu decretata, acclamata dal Popolo: restano a stabilirla nodi di legalità: stringeteli.
Trentasette Deputati erano già destinati alla Costituente nazionale. Questi si raccolgano prima in Costituente Toscana, - compiano la volontà del Popolo, sanzionino il patto di Unione, costituiscano lo Stato della Italia Centrale. Poi vadano a Roma rappresentanti nostri alla Costituente Italiana, e dal Campidoglio dettino a noi i decreti, comunichino a noi le speranze e i bisogni.
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