La reazione stimola i ciechi istinti delle popolazioni più ignare della campagna, mette in atto la molla segreta della superstizione, si rafforza della influenza dei vasti possessi, della colleganza con un clero che abusa il facile dominio delle coscienze.
Ella ha sospinto il Granduca a Siena, lo ha consigliato alla fuga. Il Principe, docile alle sue insinuazioni, ha assunto di rappresentare la sua parte nel dramma sanguinoso della ricostruzione del dispotismo; ora tocca ai vecchi suoi sostenitori a sottentrare alla riscossa ed adempire alla propria.
Ma noi siamo preparati a riceverli e a rintuzzare convenientemente questa perfidia nuova, che lavora e cospira nel secreto, che getta i germi della divisione nel momento in cui l'Austriaco minaccia alle porte, che vuol renderci all'Austria, anzichè arrendersi a questa forza rinnovatrice e irresistibile, che avvia l'Italia verso un nuovo destino.
Stoltezza troppa ci hanno supposta i nostri nemici, e semplicità inaudita, se credettero persuaderci causa vera della fuga di Leopoldo essere state le paure della sua timorata coscienza(291)."
E già fino dal giorno dieci febbraio 1849, se non adempio gli ordini imposti della fusione, mi si minaccia la vita: "In qualunque Governo è sacramento, ma in un Governo che fu decretato dal Popolo, e che solo per suo volere sussiste e comanda, è condizione di vita, è necessità ineluttabile. Nè si dee, nè si può dire - Domani - a chi oggi non ha da vivere. - Domani, o non sarebbe più vivo lui, o nol sareste voi(292)."
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