I soldati che rifiutavano prendere il giuramento, comecchè da me lasciati liberissimi di prestarlo o no, e di tornare, volendo, alle proprie case, sono vilipesi e percossi; avviso ai renitenti: "I pochi soldati che stamani si rifiutavano di prestare giuramento, uscendo di Fortezza, venivano accolti a fischi e sassate dal Popolo: essi tornano tutti contriti a domandare di prestarlo; ma non lo si concedeva loro, e, posti in luogo appartato, si dava loro agio di riflettere affinchè il voto fosse spontaneo e non estorto dalla paura(293)."
Ieri, 12 stante, le truppe prestarono giuramento al Governo Provvisorio toscano, salvo poche eccezioni. Coloro che recalcitrarono furono respinti in fortezza a furia di Popolo, ed i loro commilitoni ricusarono riceverli(294).
Avanti: perchè ogni uomo, anche a me più fieramente avverso, si persuada come potessi operare spontaneo io in mezzo al turbine rivoluzionario. E se si obiettasse che i Livornesi erano chiamati a Firenze dal Governo, risponderei ch'è vero, ma che, innanzi di partire da Livorno ammoniti come a Firenze si chiamassero contro i nemici interni, non già per dimostrazione politica(295), essi avrebbero osservato il precetto, dove non fossero stati provocati dal Popolo e dal Circolo accorrenti.
Ogni discussione del Circolo fu interrotta quando fu fatto il lietissimo annunzio del pronto arrivo dei Livornesi per la strada ferrata, con cinque cannoni, sessanta artiglieri e seicento uomini. Fra i clamorosi applausi fu scelta una deputazione per andare ad attenderli.
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