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      Noi lo ripetiamo ancora una volta ai cittadini del Governo Provvisorio: osate, osate; la salute della Toscana sta tutta da queste parole: Unione con Roma e convocazione della Costituente. L'istinto popolare, nel suo squisito buon senso, ha giā precorso il vostro giudizio, e domanda questa Unione. Voi avete udito le sue grida di gioia e il suo saluto a quella Repubblica, nel cui nome ei vuol combattere e morire; voi potete e dovete sanzionare quel saluto e quelle grida. In nome dell'Italia, non esitate. L'ardimento vi renderā gloriosi; il dubbio potrebbe perdere la patria(300).
      E non č tutto ancora: nel 12 febbraio Popolo e Soldati invadono i cortili di Palazzo Vecchio e urlano: Repubblica! Per l'Accusa questa pure č prova esclusiva di coazione... Ma č di pietra, č di ferro, o di che cosa č mai cotesta Accusa? Veramente ella in durezza disgrada le sfingi di granito dello antico Egitto; non v'ha metallo, che possa rassomigliarsi a lei; io rimango sbalordito a tanta sovrumana costanza... Solo mi rassicuro alquanto pensando, che ella tale argomentava nel gennaio del 1851; posso io venirle senza tremore innanzi, e domandarle se nel febbraio 1849 ella avrebbe voluto, o potuto procedere come insegna nel gennaio del 1851? - No; ella non lo avrebbe potuto, nč voluto, perchč se le fosse bastato il cuore avrebbe pensato sopra tutto a salvare (in Dio confidando e nella sua coscienza) la Societā che agonizzante le stava abbandonata fra le braccia.
      Alle ore tre pomeridiane, il Circolo accoglieva un numeroso drappello di militi d'ogni arma, che venivano ad affratellarsi.


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Apologia della vita politica
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Editore Firenze
1851 pagine 1183

   





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