Un po' più tardi mostrerò a prova come io fossi in grido di traditore, posto segno alla rabbia del Popolo.
§ 3. Spedizione al Porto Santo Stefano.
Delle cose fin qui discorse sommerò unicamente quelle che allo scopo di questo paragrafo si riferiscono. Nei giorni antecedenti al quattordici febbraio fu chiarito come due cose si facessero: 1a eccitamenti urgentissimi al Popolo e al Governo; 2a coazione a quest'ultimo, affinchè intorno al dimorare del Principe nel Porto Santo Stefano senza indugio alcuno provvedesse. Accusavasi il Governo ora di non avere seguíto il Granduca a Siena; ora di esserselo lasciato fuggire dalle mani; per ultimo, il Governo nemico espresso del Popolo predicavano, e fu qualificato perfino uguale a quelli con cui allora tenevamo guerra: nemici in Toscana, non fuori, dicevano, dovevansi cercare, finchè ci fermava stanza il Principe. Ma quello che mi pareva troppo più grave era lo eccitamento quotidiano, o piuttosto continuo, impresso al Popolo per ispingersi in massa contro Porto Santo Stefano; erano gli apparecchi dei Circoli a chiara prova raccolti non pure fuori del Governo, ma contro il Governo. Ben poco intendimento ci vuole a conoscere la opera indefessa dei Circoli per usurpare l'autorità e adoperarla in concetti diversi ai governativi, anzi in danno manifesto di quelli.
Proseguendo a trattare il doloroso tema, esporrò altre prove speciali in proposito, che sono venuto estraendo dai Documenti stessi dell'Accusa.... prugnole acerbe e scarse date dalle spine della siepe!
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