La Commissione di ritorno a Grosseto dichiara non avere potuto rilevare la intenzione del Principe di restare o di partire, e non sapere se a quella ora si fosse o no imbarcato. Il Circolo avvertito che si trattava di fuga, manda sollecitamente al Comitato di pubblica sicurezza di Grosseto due petizioni, richiedendo con la prima una continua vigilanza della persona del Principe, onde sapere se partiva, per dove, e con quali intenzioni; - con la seconda venisse stabilita una continua corrispondenza col Governo centrale di Firenze. - Il Circolo popolare avendo fondati sospetti che nei reali Presidii si tenti uno sbarco per una reazione, e verificato che tutto il littorale, non che i Forti di Porto Ercole, Santo Stefano e Palmanuova, sieno sprovvisti della guarnigione necessaria, - fu stabilito dirigersi al Comitato di pubblica sicurezza, affinchè di concerto con le Autorità governative stabilisca il pronto armamento del littorale, e dei Forti dei reali Presidii."
Nel giorno dieci febbraio troppo più fiera notizia mi perviene da Livorno: i Deputati Grossetani essersi collegati con quei di Orbetello, Porto Ercole, Magliano, Talamone, e di altri luoghi, e tutti insieme avere deliberato, il Principe non potesse nè dovesse partire, al Vapore di prendere il largo s'intimasse, la reale famiglia a Monte Filippo si sostenesse(317).
Alle ore 3 del giorno 11 febbraio, da Grosseto scrivono a Livorno: "L'attitudine di Grosseto è imponente per reprimere qualunque reazione da chiunque e da qualunque parte si manifestasse.
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