..." con le altre più cose, che prego i lettori di rammentare, e dispensarmi dal travaglio di riferire da capo; coartato allora in guisa, che nessuno io penso abbia patito violenza pari alla mia, nel curvarmi sotto il giogo provvedo ai fieri eventi che presagivo probabili; e tale fu il mio consiglio: dissuadere i Popoli Maremmani da muoversi senza ordine del Governo, e indurli a sottoporsi al comando del Generale D'Apice; nel mentre che la imposta leva in massa sembro assentire, prescrivere che si adunasse gente eletta, usa alla disciplina, e sempre al Generale D'Apice nei suoi moti si sottomettesse; raccolta così una colonna di milizie ordinate, contenere le Popolazioni nei moti impetuosi, e impedire che la Fazione senza o contra il Governo si agitasse; intanto fare comprendere a S. A. che lasciasse tempo al tempo, e in altra parte attendesse quello che pure stava in cima dei suoi pensieri, ritornare senza spargimento di sangue a reggere mite popoli miti; in qualunque caso tenere apparecchiata una forza per tutelare la persona del Principe, e la sua famiglia, dal minacciato attentato d'impadronirsi di loro. Rammentisi che le Deputazioni maremmane non intendevano già coadiuvare, bensì essere coadiuvate; la quale cosa importa, che i Maremmani volevano formare la parte principale della impresa; rammentisi la strada grossetana tronca, e l'accusa di essermi lasciato sfuggire il Granduca dalle mani, e la deliberazione presa di ridurlo a Monte Filippo: rammentisi eziandio le popolazioni in arme avverse al Granduca, e la notizia che si leverebbero in breve come un uomo solo, e l'ardore di cui si mostravano prese, e il proponimento di finirla una volta per sempre con lui.
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