Altro riscontro di consigliato impedimento occorre confrontando la seguente corrispondenza. Il Governatore Pigli domanda con Dispaccio telegrafico del 17 febbraio 1849, ore 11, m. 5 pom., al Maggiore Petracchi: "Per ordine del Governo Superiore domattina circa le 11" (e non era punto vero) "deve essere eseguita una spedizione di Militi cittadini per oggetto importante. Se ella, senza nuocere alla missione che l'è meritamente affidata, credesse far parte con la sua colonna di detta spedizione, o di mandarne almeno porzione, la prego prevenirmi col mezzo del telegrafo nel caso affermativo."
Parmi pressochè inutile notare come, se il Governo avesse voluto servirsi di questa forza, avrebbe trasmesso direttamente gli ordini, non già pel mezzo del Governatore: infatti, se non per altro, per economia di tempo, era ragionevole che il Dispaccio restasse a Pontedera, e non si spingesse a Livorno per ritornare poi a Pontedera: parmi del pari superfluo ricordare come per avviarsi verso Grosseto il Petracchi da Pontedera non avesse mestieri di condursi a Livorno: finalmente nemmeno mi tratterrò ad avvertire una cosa, che, come troppo ovvia, salta agli occhi dei più idioti; ed è, che avendo voluto spingere gente in Maremma, poco importava la condotta del Generale D'Apice, dacchè più tardi il Governatore Pigli, quando ebbe sotto la sua potestà il Battaglione Guarducci, ve lo diresse.
Solo mi giovi richiamare l'attenzione di chi legge su questo, che nel fine di rendere frustraneo l'ordine estorto, nei giorni 14 e 15 febbraio, come dimostrano gli stessi Documenti dell'Accusa(332), fu comandato al Petracchi di non si muovere senza ordine del Generale D'Apice, e, otto ore dopo lo invito a lui fatto dal Governatore Pigli, io sospettando di qualche trama, fui cauto di richiamarlo a Firenze.
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