Sicchè quanto fosse vero, che Petracchi e Guarducci avessero inviato la Cecilia, e non il Governatore, di qui apparisce espresso. Per queste notizie accorgendomi come ormai volesse stabilirsi un Governo di fatto Repubblicano a Livorno, di cui Pigli avesse ad essere la mente, e La Cecilia la spada, mando al Governatore:
Lo invio del La Cecilia è uno dei soliti spropositi; domanda artiglieria, cavalleria, e altro da Pisa. Tu hai azione dentro il tuo Dipartimento, fuori no; non puoi farlo senza mandare sottosopra ogni cosa. Per Dio, così rovina la impresa. Dite il vostro bisogno. Dite come potete provvedere per voi, e come deve aiutarvi il Governo centrale. - Manderemo ufficiali a posta. Il Comandante di Pisa, come è naturale, non sa che fare. Si richiami La Cecilia con bel garbo(346).
Pigli per gratificarsi i Volontarii livornesi, promette di propria autorità venti crazie al giorno di paga. Avverto, che questo negozio sconvolge da cima in fondo lo esercito, imperciocchè tutti pretendono paga uguale; per rimediare, suggerisco far credere che la differenza della paga ricevano dal Municipio; scongiuro non prendano misure senza concerto nostro; altrimenti, quando più la disciplina e la organizzazione abbisognano, ci casca addosso il caos(347). La Cecilia, apprendendo che l'ordine del Pigli intorno alla cavalleria non verrà eseguito, gli scrive parole concitate contro il Governo superiore(348). Pigli risponde insistendo non avere egli inviato La Cecilia... "Che debbo farci?" egli aggiungeva: "gl'imbarazzi sono molti(349)!" Questa parevami, ed era, duplicità manifesta.
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