E innanzi tratto io pongo il Dispaccio mandato allo stesso Consigliere Paoli, dove lo avviso della infermità sopraggiuntami, ed in bel modo lo conforto a procedere prudentemente e con temperanza grandissima, a impedire ingiurie ed offese, a rendere amabile la libertà proteggendo tutti, e conservando il diritto ordine fecondatore del vivere civile(380). - Di molto maggiore importanza apparisce l'altro Dispaccio del pari indirizzato al Consigliere Paoli:
A BUONO INTENDITORE POCHE PAROLE. - Armatevi - armatevi - armatevi. - Esaltate i soldati; - NON ABBIAMO BISOGNO DEL GIURAMENTO, - ma pure se lo prestano meglio che mai.
Bisogna che diate forza al Partito democratico di Lucca.
NON SI PRECIPITI NULLA IN QUANTO A REPUBBLICA.
1° Perchè tutta Toscana ha da esprimere il suo voto.
2° Perchè Francia e Inghilterra, stando così, proteggono da invasione straniera; - se no, abbassano le armi, e abbandonano il Paese: giudizio dunque. Partecipi agli amici, non che al Prefetto, se crede."
E sapete voi quando io dettava cotesto Dispaccio? Il 13 FEBBRAIO 1849 nelle ore pomeridiane, e per tal modo poco tempo innanzi che per me si scrivesse il Dispaccio incriminato. Voi lo vedete adunque: intorno al giuramento non metto sollecitazione veruna, anzi dichiaro non averne bisogno; raccomando impedirsi la Repubblica; ammonisco intorno ai pericoli non mica transeunti, bensì permanenti, e tali da non iscomparire da un giorno all'altro dove sconsigliatamente si proclamasse; tra siffatte disposizioni dell'animo mio manifestate nel 13 febbraio, ponete le strette e le violenze, che in parte vennero raccolte nel § della Dimostrazione; e si abbiano anche i più diffidenti prova non dubbia della sofferta pressura.
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