Non avendo io tenuto conto di dette due lettere, e venendomi esse richieste dallo stesso signor Avv. F. D. Guerrazzi per interesse della sua difesa, ho stimato mio dovere di manifestarne il sentimento, e rilasciarne il presente certificato.
In fede ec.
Dal Palazzo Arcivescovile di Firenze,
(L. S.) Li 11 marzo 1851.
FERDINANDO Arcivescovo di Firenze."
E queste sono nobili parole: in prigione non posso nè devo fare più lungo sermone. Allora la lode è turpe per cui la profferisce, e senza onore per cui la riceve, quando possa sospettarsi che muova da viltà o da paura. Miseria non ultima del carcere, dove il biasimo ti viene ascritto a furore, la lode ad abiezione. La virtù nella comune estimativa del mondo sta abbracciata con la fortuna.
E, non diverso dall'Arcivescovo di Firenze, il Vescovo di Milto Ordinario a Livorno, con lodevole premura porgeva anch'egli testimonianza di averlo io sostenuto, affinchè in negozio dilicato l'autorità sua fosse obbedita.
I Signori *** *** presentandosi come incaricati del signor Avvocato F.-D. Guerrazzi mi richiedono di uno attestato, che stia a constatare qualmente il medesimo mentre dirigeva il Ministero dello Interno si prestò ad appoggiare la mia Autorità di Ordinario in emergente dilicato, interessante la moralità e la coscienza, ed io non posso ricusare un tale attestato, in quanto che è vero, che in circostanza come sopra fui dal suddetto signor Guerrazzi utilmente coadiuvato. Ed in fede
(L. S.) Livorno, 26 luglio 1851.
GIROLAMO, Vescovo di Milto.
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